Le reali opportunità del credito d’imposta per la tua flotta e come coglierle, evitando penali

Pubblicato da Stefano Brivio, Jan 12, 2021 3:58:12 PM

 

 

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Per incentivare la diffusione delle tecnologie 4.0, ammodernare le produzioni e stimolare gli investimenti privati, lo Stato ha elaborato il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 grazie al quale è possibile accedere a rilevanti crediti d’imposta.

Una vera e propria rivoluzione: potresti ottenere benefici fiscali calcolati sull’intero costo di acquisto dei tuoi nuovi veicoli allestiti.

Probabilmente avrai notato come questo incentivo fiscale stia diventando un’argomentazione di marketing utilizzata nelle sponsorizzate per venderti scatole nere o sensori.

Le promesse recitano: «Se investirai in questa tecnologia, potrai godere del credito d’imposta di Industria 4.0 per i nuovi veicoli».

Ma in cosa consiste veramente questo beneficio e davvero puoi accedere alle agevolazioni così facilmente con qualunque device?

In questo articolo ti darò le informazioni che ti mancano e che nessuno ti ha mai spiegato chiaramente, per evitare di cadere in sanzioni economiche e penali, investendo in tecnologie che non soddisfano le caratteristiche richieste, stabilite dal Ministero dello Sviluppo Economico, per accedere al credito d’imposta.

Non solo, scoprirai le 7 (5+2) caratteristiche che il bene che acquisti deve avere per aderire al credito d’imposta.

Cos’è il credito d’imposta? Ecco tutte le informazioni per accedere al beneficio evitando responsabilità penali

Lo Stato ha sostituito i precedenti super e iper-ammortamento introducendo degli incentivi fiscali per modernizzare il proprio business.

Il credito d’imposta non è un finanziamento, ma è un beneficio fiscale conseguente a specifici investimenti privati, utilizzabile in compensazione sugli F24 e che ti permette di recuperare parte dei tuoi investimenti per migliorare la gestione della flotta con uno “sconto” su quanto devi versare sottoforma di contributi o tasse da pagare.

La percentuale dell’agevolazione dipende dalla tipologia dell’asset nel quale investi.

Devi investire in nuovi beni per la tua flotta allestita che rientrino nella categoria di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi dell’industria 4.0. (Legge n. 232/2016 e successive modifiche).

In questo caso…

Godrai di un’agevolazione del 50% del tuo investimento, fino a 2,5 milioni d’investimento

La compensazione, utilizzabile tramite il modello F24, avviene in tre quote annuali di pari importo, quindi potrai godere per ben tre anni dei benefici del credito d’imposta legato al Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0.

Se investi in un nuovo veicolo allestito e in una tecnologia innovativa che costa 60.000 euro con il credito d’imposta del 50%, per tre anni avrai una compensazione di 10.000 euro all’anno.

Potrai ottenere i soldi appena effettui l’investimento?

Anche se le pubblicità dei venditori di veicoli e di servizi after market ti fanno credere che sia così, la compensazione avverrà solo dopo l’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Il device, infatti, deve essere interconnesso, come leggerai in seguito, quando ti spiegherò cosa s’intende per “interconnessione” e perché la classica scatola nera non è sufficiente a soddisfare questo requisito.

Se il dispositivo acquistato soddisfa le caratteristiche richieste dal Ministero, potrai godere del credito d’imposta.

Facciamo un esempio: se investirai nell’acquisto di un nuovo veicolo la cui componente di allestimento utile per il tuo business costa 120.000 euro, trasformandolo in bene strumentale tecnologicamente avanzato tramite una specifica piattaforma tecnologica innovativa, avrai una compensazione per scontare scadenze, abbassare le tasse o chiedere un compensazione sugli F24 di 20.000 euro all’anno per tre anni.

Ma se la tecnologia non soddisfa le caratteristiche necessarie e aderisci al credito d’imposta senza i giusti controlli, cosa ti succederà?

Quando i venditori di automezzi ti promettono la possibilità di aderire al credito d’imposta, non dicono tutta la verità, ovvero che, nella maggior parte dei casi, la responsabilità legale sarà solo tua.

Rimarrai solo con il tuo commercialista a dover affrontare i labirintici iter burocratici per assicurarti che la tecnologia soddisfi veramente i requisiti richiesti dal bando.

La responsabilità è tutta sulle tue spalle.

Il commercialista non è esperto di tecnologia e processi aziendali, ha sempre l’acqua alla gola per le scadenze fiscali e non si prende la responsabilità legale al posto tuo o il tempo necessario per verificare se la tecnologia che hai comprato rientra nella definizione di industria 4.0.

 

I rischi dell’autocertificazione

Quando dico che la responsabilità è tutta tua, è perché è scritto anche nelle linee guida del Ministero dello Sviluppo Economico.

Se investi in una tecnologia sotto la soglia di 300.000 euro basta un’autocertificazione che attesti che hai diritto al credito d’imposta per l’investimento effettuato.

Se la tecnologia per la quale hai investito non soddisferà le 7 caratteristiche che ti mostrerò in questo articolo, quando subirai i controlli incorrerai in una denuncia penale e dovrai versare con gli interessi gli importi erroneamente compensati sottoforma di credito d’imposta.

Difatti, esiste un reato previsto dall’ordinamento penale italiano all’articolo 10 quater del decreto legislativo numero 74 del 2000 chiamato indebita compensazione.

Per evitare questo problema, vediamo insieme le (5+2) caratteristiche richieste dal piano ministeriale che dovrai controllare anche quando i venditori di veicoli o accessori ti assicurano che la loro tecnologia soddisfa i criteri obbligatori.

Ecco le (5+2) caratteristiche fondamentali che la tecnologia deve soddisfare per farti ottenere il credito d’imposta

Non mi piace molto scrivere la formula (5+2), ma in questo caso è il modo migliore per farti capire da subito come funzionano i requisiti del credito d’imposta, quindi tieni ben a mente questa somma.

Per poter essere certificata come 4.0, la tecnologia che decidi di adottare deve soddisfare un preciso numero di requisiti posti dal Ministero dello Sviluppo Economico, altrimenti non puoi ottenere il beneficio fiscale.

Le caratteristiche si dividono in due categorie distinte:

  • Criteri obbligatori: sono 5 e, come dice la nomenclatura, sono requisiti tecnici che il device deve obbligatoriamente soddisfare per farti ottenere il credito d’imposta.

I cinque criteri obbligatori sono:

  1. Controllo per mezzo di CNC e/o PLC.
    Il dispositivo deve essere controllato per mezzo di CNC (macchina a controllo numerico) e/o PLC (controllo logico programmabile).

    Il 90% dei veicoli allestiti ha un PLC. Se la tua flotta non ha questo dispositivo, alla fine dell’articolo ti mostrerò una semplice soluzione per risolvere il problema.

  2. Interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica (o produzione) con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program.

    Per rientrare nella definizione di tecnologia 4.0, il device deve essere interconnesso ai sistemi che già utilizzi.

    Per soddisfare questo requisito, è necessario che il bene strumentale sia in grado di scambiare informazioni attraverso un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute con sistemi interni alla tua azienda quali gestionali, programmi di pianificazione, software di progettazione e sviluppo del prodotto, monitoraggio locale e remoto oppure sistemi esterni al tuo perimetro aziendale come i clienti, i fornitori, i partner nella progettazione e sviluppo collaborativo, altri siti di produzione o supply chain.

  3. Integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica (o produzione) o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo.

    Per “automatizzata” s’intende la possibilità di tracciare e analizzare in tempo reale tutto ciò che succede sulla flotta con l’ausilio di un computer o un dispositivo mobile.

    Devi avere istantaneamente il posizionamento di tutti i veicoli su mappa, lo stato di avanzamento di una determinata lavorazione in corso di esecuzione, i parametri di diagnostica e telemetria dell’intera flotta, compresi gli allestimenti utilizzati per completare il servizio erogato al cliente.

    Oltre a questo, la piattaforma che utilizzi deve consegnarti automaticamente alcuni dati preziosissimi per aumentare l'efficienza dell'utilizzo dei tuoi veicoli e dei tuoi processi aziendali.

    Per esempio:
    La creazione automatica di KPI (Key Performance Indicator);
    L'identificazione e classificazione automatica degli stili di guida dei conducenti;
    Le statistiche basiche di percorrenza e consumo della flotta;
    Le statistiche avanzate sull'utilizzo medio dei veicoli sia per le componenti di telaio che per quelle di allestimento sul singolo veicolo oppure raggruppati per cluster di automezzi omogenei.

    Ogni tuo veicolo deve essere interconnesso non solo ai tuoi strumenti informatici, ma anche ai tuoi processi aziendali in modo da avere tutto sotto controllo per coordinare le operazioni.

  4. Interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive

    L’evoluzione tecnologia tende a semplificare il lavoro dell’uomo, ecco perché l’interfaccia deve essere semplice da utilizzare e deve fare largo uso di grafici e dashboard riepilogative, sia dei dati generici di flotta che di quelli aggregati per specifici cluster omogenei di veicoli.

    Non solo, l’interfaccia deve essere in grado di mettere in comparazione i dati fra, evidenziando automaticamente andamenti, anomalie o scostamenti nel corso del tempo, rispetto a un prefissato obiettivo aziendale.

  5. Rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro:

    Come ho già accennato più volte, la sicurezza sul lavoro e l’impronta ambientale della tua flotta sono requisiti sempre più richiesti nelle gare degli appalti e dalle nuove disposizioni statali.

    La tecnologia della quarta rivoluzione industriale ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza sul lavoro e salvaguardare l’ecosistema.

    Un esempio di sicurezza sul veicolo può essere una notifica che avverte in tempo reale di un incidente occorso a un veicolo (magari con supporto video) oppure un algoritmo che monitora lo stile di guida del driver per essere sicuri di erogare i propri servizi in massima sicurezza.

    Il tuo veicolo 4.0 deve essere in grado di ricevere informazioni da pulsantiere di emergenza o sensori di sicurezza posti sul tuo veicolo oppure, come nel caso di sistemi tecnologici wearable, indossati dai guidatori.

 

La seconda categoria è quella dei criteri accessori.

  • Criteri accessori

Per ottenere il credito d’imposta non è sufficiente soddisfare i 5 requisiti obbligatori summenzionati, ma il device deve garantire anche almeno 2 dei criteri accessori da scegliere tra i seguenti:

  1. Sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remot
    Il device che si installa a bordo veicolo deve essere in grado di fare diagnosi e manutenzione anche da remoto. Ogni dato deve poter essere letto tramite molteplici interfacce fisiche cablate (CAN-Bus, USB, porta seriale RS-485, ingressi/uscite digitali e analogici) oppure wireless (Wi-Fi e Bluetooth), per essere visualizzato in tempo reale all'interno di opportune schermate di diagnostica e telemetria dei singoli veicoli della tua flotta.


    Inoltre, è necessario avere una comunicazione sicura e bidirezionale con il veicolo per poter impartire dei comandi di diagnostica da remoto o modificare alcuni parametri di funzionamento del dispositivo di bordo.

  2. Monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di proc

    Il dispositivo deve monitorare le condizioni di lavoro e analizzare i parametri dei processi in modo semplice, continuativo ed efficiente, anche indipendentemente dal fatto che questo sia connesso con una piattaforma centrale di elaborazione dati oppure che la rete telefonica di trasmissione dati sia operativa.

    Le classiche scatole nere non potranno mai soddisfare questo requisito; ciò che serve è un dispositivo di campo che abbia capacità computazionale, molteplici interfacce di collegamento cablate o senza fili per la lettura di dati e variabili, possibilità di eseguire applicativi software come fosse un vero e proprio PC, nonché comunicazione bidirezionale e sicura con la piattaforma centrale di gestione della flotta.

    Nel moderno mondo dell’Internet of Things, un dispositivo con queste caratteristiche è chiamato “Edge IoT Device”.


    Per esempio, durante l’erogazione di un servizio di igiene ambientale, come la raccolta rifiuti, il device deve poter controllare il percorso fatto, i comportamenti del guidatore o degli operatori e l’utilizzo di tutte le componenti meccaniche dell’allestimento in modo da verificare che tutto si svolga come prestabilito e nelle tempistiche attese.

  3. Caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico): Grazie all’installazione di dispositivi Edge IoT sulla flotta aziendale, si deve poter modellizzare un processo aziendale, come ad esempio un trasporto isotermico da Baria Milano oppure un ordine di servizio per la raccolta rifiuti nella città di Monza.

    Potrai utilizzare il dispositivo Edge IoT per avere un riscontro preciso e puntuale sulla base di quanto rilevato in campo, con lo scopo di analizzare l’aderenza o gli scostamenti rispetto a quanto pianificato e migliorare continuamente il processo aziendale.

Semplificando tutti i criteri che hai letto, la grande differenza fra una classica scatola nera e i (5+2) criteri obbligatori è che il device non deve solo raccogliere e trasmettere i dati, ma deve fare una valutazione delle operazioni in corso per controllare se i veicoli, ad esempio, stanno correttamente eseguendo il processo aziendale prestabilito.

 

I classici device che già conosci e che funzionano con una tecnologia più datata non soddisfano tutti i (5+2) criteri richiesti

Puoi capire se un device soddisfa le caratteristiche concentrandoti solo sul criterio dell’interconnessione, il più importante e quello che esclude da questo bando la maggior parte dei sensori e delle classiche scatole nere che conosci.

Come promesso, vediamo cosa s’intende per interconnessione.

Il dispositivo deve scambiare informazioni anche da remoto e in maniera bidirezionale con sistemi interni alla tua azienda come il gestionale, il sistema di pianificazione, sviluppo e progettazione del prodotto/servizio o con un sistema di monitoraggio centralizzato.

Il collegamento deve basarsi su protocolli di comunicazione internazionali come l’HTTP, il MQTT o il TCP. L’origine delle informazioni deve essere riconosciuta tramite un indirizzo standard e internazionale come l’indirizzo IP o certificati univoci di crittografia.

Devi poter pensare al tuo veicolo allestito che gira per le strade come un’estensione mobile della tua operatività, perfettamente controllabile (ricezione dati) e pilotabile (invio comandi) da remoto.

 

Per accedere ai benefici del credito d’imposta, devi avere un dispositivo con una comunicazione bidirezionale: acquisisci dati, invii comandi

Ci sono varie regole da rispettare per ottenere il credito d’imposta, ecco perché non puoi fare tutto da solo, come non puoi affidarti solo al tuo commercialista, perché non potrebbe né aiutarti in modo approfondito, né prendersi la responsabilità legale al posto tuo.

I produttori delle tradizionali scatole nere o dei classici sensori vendono la possibilità di beneficiare del credito d’imposta associato al Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, ma poi lasciano i clienti soli, a gestire i “fastidi” burocratici e legali.

Quando lo Stato manderà i suoi “aguzzini” a controllare per verificare che tutto sia in regola, sarà la tua testa a rimetterci, ovvero sarai tu a dover rispondere se qualcosa non quadra.

In più, se la tecnologia per la quale hai investito non rientra in tutti i 7 criteri richiesti, dovrai restituire il contributo e pagare una penale.

Forse, penserai di “scamparla”, perché l’errore non è tuo, ma della ditta che ti ha venduto il dispositivo: non è così.

Una volta fatta l’autocertificazione, la responsabilità sarà tua e sarai penalmente perseguibile.

La legge n. 160 del 27 dicembre 2019, (comma 195) specifica che, dopo l’attivazione del credito d’imposta, verranno fatti dei controlli per attestare che la tecnologia abbia tutte le caratteristiche richieste.

 

Se investi in una tecnologia che non soddisfa le (5+2) caratteristiche richieste dalla legge per aderire al credito d’imposta, rischi una denuncia penale

Se non vuoi pagare il doppio di quello che hai investito e metterti nei guai a livello legale, devi affidarti a un team esperto che non solo possiede o ancor meglio produce la tecnologia 4.0 che soddisfa tutti i 7 criteri obbligatori, ma che ti aiuta a ottenere il credito d’imposta senza lasciarti da solo in balia delle magagne burocratiche.

Sta a te decidere se vorrai modernizzare la tua flotta con una tecnologia all’avanguardia e avvalerti del credito d’imposta.

 

Ecco come puoi beneficiare del credito d’imposta senza fastidi burocratici e sanzioni

Per aiutare e agevolare gli imprenditori lungimiranti, che vogliono sempre essere un passo avanti alla concorrenza e sfruttare le innovazioni a proprio beneficio, ho progettato un metodo per investire in Wheeliot e ottenere il credito d’imposta con un ventaglio di professionisti fiscali a tua disposizione.

Non ti lasciamo solo e ti solleviamo dalla responsabilità di incorrere in denunce penali, dato che sarà un ingegnere iscritto all’albo che farà una perizia tecnica asseverata sul rispetto dei criteri obbligatori, garantendo alla tua azienda di beneficiare del credito d’imposta.

L’ingegnere iscritto all’albo è una figura indipendente che si prende la responsabilità di quello che certifica, quindi è nel suo interesse aiutarti.

Nel mondo del business su ruote, Wheeliot è la prima piattaforma IoT che utilizza una computazione avanzata.

È nata per ottimizzare i processi dei veicoli allestiti e soddisfa tutte le caratteristiche, anche quelle non obbligatorie, presenti nel bando.

Voglio darti una piccola panoramica di come Wheeliot può soddisfare le caratteristiche richieste dal credito d’imposta.

Sappi, però, che le funzionalità di Wheeliot sono potenzialmente infinite.

  • Controllo per mezzo di CNC e/o PLC:

Gli allestimenti sono la parte produttiva del tuo business, perché è grazie a questi che eroghi un servizio che ti permette di fare del margine.

Wheeliot può controllare le parti relative agli allestimenti, preservando la sicurezza degli operatori e del guidatore, monitorando lo stile di guida o i comportamenti durante l’erogazione del servizio.

Potrai ottimizzare i percorsi, segnare il tempo di scarico dei rifiuti, per esempio, in modo da controllare se il servizio viene effettuato nei tempi previsti.

 “Se non ho il PLC, cosa faccio?”

Ti avevo promesso che avrei risposto a questo dubbio: Wheeliot sostituisce la mancanza di un PLC, eseguendo le sue stesse funzioni.

Con Wheeliot risolvi anche il problema di non avere un controllo numerico sul tuo mezzo.

  • Rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro:

Wheeliot legge i segnali di sicurezza di un veicolo allestito e ti tiene aggiornato in tempo reale se è presente uno stato di emergenza.

Ma c’è di più: grazie a un dispositivo wearable (un’altra tecnologia che rientra nell’industria 4.0) collegato a Wheeliot, il guidatore potrà segnalare lo stato di emergenza anche se si trova fuori dal veicolo.

Se vuoi informarti sulla tecnologia Wheeliot e avere una consulenza fiscale sul tuo stato attuale per ottenere il credito d’imposta, compila il form sottostante e sarai contattato da un mio assistente tecnico entro 24 ore.

Dato che il credito d’imposta dura cinque anni, potrai beneficiare del nostro aiuto e del nostro software, hardware e supporto per tutti i cinque anni nei quali compenserai il tuo 40%.

Ti accompagneremo durante tutto il percorso.

 

L’ opportunità di aderire al credito ha una scadenza

Attento però! Il tempo è amico solo se lo sai sfruttare.

Anche se il credito d’imposta è previsto per tutto il 2021, il 2022 e parte del 2023, chi prima arriva, meglio alloggia.

Lo Stato, infatti, riserva un contribuito del 50% per chi sfrutterà questa opportunità nel 2021, l’anno migliore per ottenere tutti i benefici.

Nel 2022 e nel 2023 il beneficio fiscale scenderà al 40%.

Non abbiamo una sfera di cristallo che ci assicura che le cose non peggioreranno negli anni avvenire.

L’unica cosa di cui siamo certi è che il 2021 è il miglior anno e l’unico sicuro per prendere al volo quest’opportunità. Te la lascerai sfuggire così?

La rivoluzione industriale corre alla velocità della luce e lo Stato agevola solo gli imprenditori rivoluzionari che vogliono avvantaggiarsi prima degli altri e modernizzare i processi.

La proattività, infatti, è un ingrediente del successo, e sono pochi a ottenerlo.

Vuoi unirti a chi ha già sfruttato questa opportunità, come ha fatto, per esempio, un’azienda del Gruppo a2a, una delle più grande multiutility italiane?

Compila il form sottostante e ci metteremo in contatto con te.

Ti aspetto,

Stefano Brivio

Topics: Fleet Management, benefici fiscali, credito di imposta

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