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Per incentivare la diffusione delle tecnologie 4.0, ammodernare le produzioni e stimolare gli investimenti privati, lo Stato ha elaborato il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 grazie al quale è possibile accedere a rilevanti crediti d’imposta.
Una vera e propria rivoluzione: potresti ottenere benefici fiscali calcolati sull’intero costo di acquisto dei tuoi nuovi veicoli allestiti.
Probabilmente avrai notato come questo incentivo fiscale stia diventando un’argomentazione di marketing utilizzata nelle sponsorizzate per venderti scatole nere o sensori.
Le promesse recitano: «Se investirai in questa tecnologia, potrai godere del credito d’imposta di Industria 4.0 per i nuovi veicoli».
Ma in cosa consiste veramente questo beneficio e davvero puoi accedere alle agevolazioni così facilmente con qualunque device?
In questo articolo ti darò le informazioni che ti mancano e che nessuno ti ha mai spiegato chiaramente, per evitare di cadere in sanzioni economiche e penali, investendo in tecnologie che non soddisfano le caratteristiche richieste, stabilite dal Ministero dello Sviluppo Economico, per accedere al credito d’imposta.
Non solo, scoprirai le 7 (5+2) caratteristiche che il bene che acquisti deve avere per aderire al credito d’imposta.
Lo Stato ha sostituito i precedenti super e iper-ammortamento introducendo degli incentivi fiscali per modernizzare il proprio business.
Il credito d’imposta non è un finanziamento, ma è un beneficio fiscale conseguente a specifici investimenti privati, utilizzabile in compensazione sugli F24 e che ti permette di recuperare parte dei tuoi investimenti per migliorare la gestione della flotta con uno “sconto” su quanto devi versare sottoforma di contributi o tasse da pagare.
La percentuale dell’agevolazione dipende dalla tipologia dell’asset nel quale investi.
Devi investire in nuovi beni per la tua flotta allestita che rientrino nella categoria di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi dell’industria 4.0. (Legge n. 232/2016 e successive modifiche).
In questo caso…
La compensazione, utilizzabile tramite il modello F24, avviene in tre quote annuali di pari importo, quindi potrai godere per ben tre anni dei benefici del credito d’imposta legato al Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0.
Se investi in un nuovo veicolo allestito e in una tecnologia innovativa che costa 60.000 euro con il credito d’imposta del 50%, per tre anni avrai una compensazione di 10.000 euro all’anno.
Potrai ottenere i soldi appena effettui l’investimento?
Anche se le pubblicità dei venditori di veicoli e di servizi after market ti fanno credere che sia così, la compensazione avverrà solo dopo l’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
Il device, infatti, deve essere interconnesso, come leggerai in seguito, quando ti spiegherò cosa s’intende per “interconnessione” e perché la classica scatola nera non è sufficiente a soddisfare questo requisito.
Se il dispositivo acquistato soddisfa le caratteristiche richieste dal Ministero, potrai godere del credito d’imposta.
Facciamo un esempio: se investirai nell’acquisto di un nuovo veicolo la cui componente di allestimento utile per il tuo business costa 120.000 euro, trasformandolo in bene strumentale tecnologicamente avanzato tramite una specifica piattaforma tecnologica innovativa, avrai una compensazione per scontare scadenze, abbassare le tasse o chiedere un compensazione sugli F24 di 20.000 euro all’anno per tre anni.
Ma se la tecnologia non soddisfa le caratteristiche necessarie e aderisci al credito d’imposta senza i giusti controlli, cosa ti succederà?
Quando i venditori di automezzi ti promettono la possibilità di aderire al credito d’imposta, non dicono tutta la verità, ovvero che, nella maggior parte dei casi, la responsabilità legale sarà solo tua.
Rimarrai solo con il tuo commercialista a dover affrontare i labirintici iter burocratici per assicurarti che la tecnologia soddisfi veramente i requisiti richiesti dal bando.
Il commercialista non è esperto di tecnologia e processi aziendali, ha sempre l’acqua alla gola per le scadenze fiscali e non si prende la responsabilità legale al posto tuo o il tempo necessario per verificare se la tecnologia che hai comprato rientra nella definizione di industria 4.0.
Quando dico che la responsabilità è tutta tua, è perché è scritto anche nelle linee guida del Ministero dello Sviluppo Economico.
Se investi in una tecnologia sotto la soglia di 300.000 euro basta un’autocertificazione che attesti che hai diritto al credito d’imposta per l’investimento effettuato.
Se la tecnologia per la quale hai investito non soddisferà le 7 caratteristiche che ti mostrerò in questo articolo, quando subirai i controlli incorrerai in una denuncia penale e dovrai versare con gli interessi gli importi erroneamente compensati sottoforma di credito d’imposta.
Difatti, esiste un reato previsto dall’ordinamento penale italiano all’articolo 10 quater del decreto legislativo numero 74 del 2000 chiamato indebita compensazione.
Per evitare questo problema, vediamo insieme le (5+2) caratteristiche richieste dal piano ministeriale che dovrai controllare anche quando i venditori di veicoli o accessori ti assicurano che la loro tecnologia soddisfa i criteri obbligatori.
Non mi piace molto scrivere la formula (5+2), ma in questo caso è il modo migliore per farti capire da subito come funzionano i requisiti del credito d’imposta, quindi tieni ben a mente questa somma.
Per poter essere certificata come 4.0, la tecnologia che decidi di adottare deve soddisfare un preciso numero di requisiti posti dal Ministero dello Sviluppo Economico, altrimenti non puoi ottenere il beneficio fiscale.
Le caratteristiche si dividono in due categorie distinte:
I cinque criteri obbligatori sono:
La seconda categoria è quella dei criteri accessori.
Per ottenere il credito d’imposta non è sufficiente soddisfare i 5 requisiti obbligatori summenzionati, ma il device deve garantire anche almeno 2 dei criteri accessori da scegliere tra i seguenti:
Semplificando tutti i criteri che hai letto, la grande differenza fra una classica scatola nera e i (5+2) criteri obbligatori è che il device non deve solo raccogliere e trasmettere i dati, ma deve fare una valutazione delle operazioni in corso per controllare se i veicoli, ad esempio, stanno correttamente eseguendo il processo aziendale prestabilito.
Puoi capire se un device soddisfa le caratteristiche concentrandoti solo sul criterio dell’interconnessione, il più importante e quello che esclude da questo bando la maggior parte dei sensori e delle classiche scatole nere che conosci.
Come promesso, vediamo cosa s’intende per interconnessione.
Il dispositivo deve scambiare informazioni anche da remoto e in maniera bidirezionale con sistemi interni alla tua azienda come il gestionale, il sistema di pianificazione, sviluppo e progettazione del prodotto/servizio o con un sistema di monitoraggio centralizzato.
Il collegamento deve basarsi su protocolli di comunicazione internazionali come l’HTTP, il MQTT o il TCP. L’origine delle informazioni deve essere riconosciuta tramite un indirizzo standard e internazionale come l’indirizzo IP o certificati univoci di crittografia.
Devi poter pensare al tuo veicolo allestito che gira per le strade come un’estensione mobile della tua operatività, perfettamente controllabile (ricezione dati) e pilotabile (invio comandi) da remoto.
Ci sono varie regole da rispettare per ottenere il credito d’imposta, ecco perché non puoi fare tutto da solo, come non puoi affidarti solo al tuo commercialista, perché non potrebbe né aiutarti in modo approfondito, né prendersi la responsabilità legale al posto tuo.
I produttori delle tradizionali scatole nere o dei classici sensori vendono la possibilità di beneficiare del credito d’imposta associato al Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, ma poi lasciano i clienti soli, a gestire i “fastidi” burocratici e legali.
Quando lo Stato manderà i suoi “aguzzini” a controllare per verificare che tutto sia in regola, sarà la tua testa a rimetterci, ovvero sarai tu a dover rispondere se qualcosa non quadra.
In più, se la tecnologia per la quale hai investito non rientra in tutti i 7 criteri richiesti, dovrai restituire il contributo e pagare una penale.
Forse, penserai di “scamparla”, perché l’errore non è tuo, ma della ditta che ti ha venduto il dispositivo: non è così.
Una volta fatta l’autocertificazione, la responsabilità sarà tua e sarai penalmente perseguibile.
La legge n. 160 del 27 dicembre 2019, (comma 195) specifica che, dopo l’attivazione del credito d’imposta, verranno fatti dei controlli per attestare che la tecnologia abbia tutte le caratteristiche richieste.
Se non vuoi pagare il doppio di quello che hai investito e metterti nei guai a livello legale, devi affidarti a un team esperto che non solo possiede o ancor meglio produce la tecnologia 4.0 che soddisfa tutti i 7 criteri obbligatori, ma che ti aiuta a ottenere il credito d’imposta senza lasciarti da solo in balia delle magagne burocratiche.
Sta a te decidere se vorrai modernizzare la tua flotta con una tecnologia all’avanguardia e avvalerti del credito d’imposta.
Per aiutare e agevolare gli imprenditori lungimiranti, che vogliono sempre essere un passo avanti alla concorrenza e sfruttare le innovazioni a proprio beneficio, ho progettato un metodo per investire in Wheeliot e ottenere il credito d’imposta con un ventaglio di professionisti fiscali a tua disposizione.
Non ti lasciamo solo e ti solleviamo dalla responsabilità di incorrere in denunce penali, dato che sarà un ingegnere iscritto all’albo che farà una perizia tecnica asseverata sul rispetto dei criteri obbligatori, garantendo alla tua azienda di beneficiare del credito d’imposta.
L’ingegnere iscritto all’albo è una figura indipendente che si prende la responsabilità di quello che certifica, quindi è nel suo interesse aiutarti.
Nel mondo del business su ruote, Wheeliot è la prima piattaforma IoT che utilizza una computazione avanzata.
È nata per ottimizzare i processi dei veicoli allestiti e soddisfa tutte le caratteristiche, anche quelle non obbligatorie, presenti nel bando.
Voglio darti una piccola panoramica di come Wheeliot può soddisfare le caratteristiche richieste dal credito d’imposta.
Sappi, però, che le funzionalità di Wheeliot sono potenzialmente infinite.
Gli allestimenti sono la parte produttiva del tuo business, perché è grazie a questi che eroghi un servizio che ti permette di fare del margine.
Wheeliot può controllare le parti relative agli allestimenti, preservando la sicurezza degli operatori e del guidatore, monitorando lo stile di guida o i comportamenti durante l’erogazione del servizio.
Potrai ottimizzare i percorsi, segnare il tempo di scarico dei rifiuti, per esempio, in modo da controllare se il servizio viene effettuato nei tempi previsti.
“Se non ho il PLC, cosa faccio?”
Ti avevo promesso che avrei risposto a questo dubbio: Wheeliot sostituisce la mancanza di un PLC, eseguendo le sue stesse funzioni.
Con Wheeliot risolvi anche il problema di non avere un controllo numerico sul tuo mezzo.
Wheeliot legge i segnali di sicurezza di un veicolo allestito e ti tiene aggiornato in tempo reale se è presente uno stato di emergenza.
Ma c’è di più: grazie a un dispositivo wearable (un’altra tecnologia che rientra nell’industria 4.0) collegato a Wheeliot, il guidatore potrà segnalare lo stato di emergenza anche se si trova fuori dal veicolo.
Se vuoi informarti sulla tecnologia Wheeliot e avere una consulenza fiscale sul tuo stato attuale per ottenere il credito d’imposta, compila il form sottostante e sarai contattato da un mio assistente tecnico entro 24 ore.
Dato che il credito d’imposta dura cinque anni, potrai beneficiare del nostro aiuto e del nostro software, hardware e supporto per tutti i cinque anni nei quali compenserai il tuo 40%.
Ti accompagneremo durante tutto il percorso.
Attento però! Il tempo è amico solo se lo sai sfruttare.
Anche se il credito d’imposta è previsto per tutto il 2021, il 2022 e parte del 2023, chi prima arriva, meglio alloggia.
Lo Stato, infatti, riserva un contribuito del 50% per chi sfrutterà questa opportunità nel 2021, l’anno migliore per ottenere tutti i benefici.
Nel 2022 e nel 2023 il beneficio fiscale scenderà al 40%.
Non abbiamo una sfera di cristallo che ci assicura che le cose non peggioreranno negli anni avvenire.
L’unica cosa di cui siamo certi è che il 2021 è il miglior anno e l’unico sicuro per prendere al volo quest’opportunità. Te la lascerai sfuggire così?
La rivoluzione industriale corre alla velocità della luce e lo Stato agevola solo gli imprenditori rivoluzionari che vogliono avvantaggiarsi prima degli altri e modernizzare i processi.
La proattività, infatti, è un ingrediente del successo, e sono pochi a ottenerlo.
Vuoi unirti a chi ha già sfruttato questa opportunità, come ha fatto, per esempio, un’azienda del Gruppo a2a, una delle più grande multiutility italiane?
Compila il form sottostante e ci metteremo in contatto con te.
Ti aspetto,
Stefano Brivio